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Le mille facce che indossiamo

marzo 28, 2011

Una faccia tra tante...Tolgo l’ultima delle maschere che ho indossato oggi. Quella dell’uomo-giovane-stanco-dopo-una-giornata-precaria. Metto quella dello scrittore, improvvisato, di testi web. Controllo che le tag del mio articolo siano in linea con gli ultimi trend di ricerca.

Tolgo la voce “Manifestazione” e aggiungo “precariato” e “partecipazione”. Sì, mi sono deciso a parlare di nuovo di questo tema, dopo averlo rifuggito per un po’. E mentre ne scrivo, sembra che alla mia voce si aggiunga un’eco infinita, quella delle voci nelle teste delle migliaia di persone che soffrono di questo male del 2000.

Ieri ho visto un film-documentario, breve, incisivo, semplice. In realtà gli autori non hanno fatto un cazzo, solo un telo bianco e due luci ben puntate. Il resto l’ha fatto la gente, che si susseguiva sul set a testimoniare la propria vita: oggi ci si può fare un film di due ore ad occhi chiusi. E’ interessante, coinvolgente dal punto di vista dello spettatore, poiché chi guarda fino alla fine “In-preca Video”, molto probabilmente precario lo è. Forse ci è proprio nato, e sprofonda in quella narrazione in cui si riconosce, in cui riconosce gran parte delle persone che frequenta.

Il Circolo dei Precari – altro che Artisti – è il club più affollato, più esclus(iv)o, più vario che esista. Neo-mamme, pluri-papà, giovani, non-giovani, donne, lesbiche, ex-studenti, perennemente-studenti-che-è-meglio e ora-che-non-studio-che-faccio. Non si parla di “professioni”: qual è il nostro mestiere? Qualcosa lo sappiamo fare, e anche bene, ma viviamo nella centrifuga quotidiana che ci tiene in piedi e al margine nello stesso tempo. Regaliamo il nostro tempo di oggi per un futuro che non c’è.

Il PdL inneggia alla Crescita e al Capo – e alla Crescita del Capo, fuori da ogni logica anatomica, il Pd gli va dietro ma non sa perché – però è una Crescita Diversa, diciamo più moderata diciamo – e i Sindacati difendono indifendibili “posti di lavoro” che tengono in vita i Potenti che gonfi di potenza giustamente chiavano ganci sotto il mento. Intanto le Istituzioni fanno il loro lavoro e istituzionalizzano in ogni loro forma la Precarietà ed esternalizzano tutto a Cooperative che a loro volta non cooperano affatto e trattano i lavoratori come le Interinali. Le Interinali chiedono i diritti per aver inventato un lavoro interinale che ora tutti copiano.

Alla fine chi ci perde la salute (primo posto), il tempo libero (secondo), la faccia (segue), la serenità e i contributi siamo noi. Che non abbiamo il tempo di pensare a quello che ci succede, che non riusciamo a tessere con il filo rosso una tela che ci leghi a tutti quelli che con mille sfumature diverse se la vivono come noi, che non troviamo il tempo per organizzarci e tagliare la testa al toro (scusa toro, mi servivi per la metafora, riprenditi pure la testa). Quando il buco della Sanità del Lazio avrà doppiato quello dell’ozono e quando le ultime pensioni saranno consegnate da quelli col passamontagna, chi sarà ancora in grado di cucire la tela che ci salverà? Non un altro Salvatore, vi prego. Salviamoci prima, che sennò poi altri 2000 anni a parlare di Salvatori che avrebbero voluto salvarci diventano pesanti… no?

Visto che ci ho messo la voglia ma non la faccia, ora mi faccio un sonno. E indosso l’unica faccia in cui forse sembro davvero me stesso. Peccato non poterla vedere, dovrò chiedere a qualcuno di raccontarmela.

Kamba

2 commenti leave one →
  1. aprile 7, 2011 10:33 PM

    Perennemente in conflitto… fa parte di noi oppure è qualcosa di oggi?

  2. giugno 20, 2011 8:43 PM

    eheh…leggo solo ora..sono la regista del doc…è cero che non abbiamo fatto molto…ma proprio “un cazzo” me pare un pò poco! 🙂 grazie del complimento comunque! chiara

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